Viaggiare senza soldi. Sta’ a vedere che si può

Posted on 5 agosto 2010 di

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Vacanze: viaggi, alloggi, luoghi di interesse, divertimento. Tutti piaceri da conquistare con risparmi e sacrifici economici. O forse no. Con un po’ di spirito di adattamento, qualche dritta ed un pc connesso ad internet è possibile regalarsi una vacanza a costo zero, o quasi. I nostalgici dei favolosi anni settanta saranno felici di (ri)scoprire la pratica dell’autostop. Pratica che ha saputo adattarsi al nuovo millennio ed alle sue tecnologie. Su internet è possibile consultare l’enciclopedia degli autostoppisti: hitchwiki.com. Meglio arrivarci da google o da un motore di ricerca perché altrimenti si viene indirizzati in un sito su Alfred Hitchcock. Non esiste (ancora) la versione in italiano, ma non serve conoscere l’inglese per vedere le mappe dove gli utenti hanno indicato per ogni località il livello di “hitchability” (probabilità di essere raccolti). Spulciando tra le pagine si trovano anche consigli su come comportarsi, come vestirsi, oppure come raggiungere gli autogrill delle autostrade, che sono i luoghi più adatti per chiedere passaggi alle persone ed anche per decidere di non domandare aiuto ad autisti dall’aspetto inquietante e non lasciare che sia solo il caso a condurre un avventuriero in una determinata automobile. Esiste un’altra guida (in inglese ed in tedesco): girls.hitchbase.com. Quest’ultima manca di dritte su strade e rotte, ma propone diversi consigli ed argomenti alle viaggiatrici dal pollice alzato.

La poesia dell’autostop (una delle tante) è comunque la quasi impossibilità di ogni sorta di pianificazione. Per porre rimedio a tutto questo è possibile consultare i siti di autostop organizzato (car sharing o car pooling). I tedeschi sono maestri al riguardo (probabilmente a causa dei costi dei treni), tuttavia anche in Italia stanno nascendo diverse iniziative figlie della teutonica mitfahrzentrale. Va segnalata la versione italiana del sito più famoso (mitfahrgelegenheit.de) che è passaggio.it. Si trova qualcosa anche su autostop.it, drive2day.it e (pare) anche su tuttogratis.it . Si leggono gli annunci, ci si iscrive al sito, e si trovano i contatti degli autisti che hanno scritto gli annunci. Può succedere anche il contrario: si chiede un passaggio e si aspetta che gli autisti leggano e contattino l’appiedato. Generalmente si dividono le spese della benzina (cinque euro ogni cento km). Metodo interessante, anche se forse in Italia si riesce a risparmiare solo quando i viaggiatori sono molti e possono provare a trattare sul prezzo; si noti che un autista chiede trenta euro per la tratta Verona-Monaco e che chi ha meno di ventisei anni può approfittare della tariffa smart price e per ventinove euro può compiere lo stesso tragitto in treno.

Risolto il viaggio, si cambia pensiero: l’alloggio. Anche in questo caso la rete offre diverse possibilità. La più famosa è couchsurfing.com (letteralmente: fare surf di divani). Le persone che si iscrivono offrono un posto dove dormire e specificano di che tipo è lo stesso (ci sono persone che propongono di condividere la superficie del proprio letto). Molti si rendono disponibili anche come guide del posto in cui vivono. Tramite couchsurfing quindi si possono trovare letti gratis, conoscere nuove persone ed avere guide per i migliori locali o i più bei musei. Per avere tutto questo è necessario crearsi un profilo e scrivere ad altri profili. Attenzione però: sembra che i membri di couchsurfing siano piuttosto permalosi. Prima di contattare qualcuno è il caso di leggere tutto quello che i potenziali ospiti hanno scritto: molti inseriscono tra un discorso e l’altro una sorta di “parola chiave” che va indicata nell’oggetto della richiesta da mandare (parola che va da un neologismo al nome della loro madre). Chi non inserisce la parola lascia intendere di non aver letto il profilo e viene scartato. Assolutamente fallimentari le “richieste copia-incolla”. Per una legge non scritta (in realtà scritta nelle norme di comportamento del sito) la richiesta di ospitalità deve contenere il nome della persona che si contatta ed una serie di aspetti del proprio carattere e di interessi condivisi dalle due parti. Una volta terminata l’esperienza, sia chi ospita che chi viene ospitato racconta delle giornate trascorse assieme nella bacheca del profilo della propria nuova amicizia. Questo per creare delle referenze utili per successive esperienze di ospitalità (in altre parole: “ciao Amico, cerco ospitalità per qualche notte da te. Ho già vissuto esperienze tramite couchsurfing e puoi leggerlo tu stesso: tante persone scrivono che sono una persona simpaticissima. Non puoi non ospitarmi anche tu!”). Molti chiedono di essere contattati all’ultimo momento perché non hanno tempo né voglia di organizzarsi sul lungo termine. Ebbene non si dia retta a queste persone e le si contatti con minimo una settimana di anticipo: si tenga presente che, soprattutto in luoghi gettonati ed in dati periodi, le persone che vogliono viaggiare senza spendere sono tante ed anche couchsurfing diventa una giungla dove vige la legge mors tua vita mea. Trovare un divano libero in alta stagione è difficile come trovare un posto in albergo. La rete offre anche altri siti per alloggi gratis: si segnalano bewelcome.org ed hospitalityclub.com. Per quest’ultimo conviene iscriversi in anticipo perché dopo aver creato un profilo si deve attendere l’autentificazione, che può richiedere poche ore come diverse settimane.

I lettori che ancora non hanno trovato soluzioni di viaggio adeguate alle loro esigenze possono provare con le guide routard. Costano sui diciassette euro, ma suggeriscono ostelli, ristoranti e locali economici, nella migliore delle ipotesi non troppo turistici, accompagnati da commenti che non conoscono peli sulla lingua. Non è difficile affezionarsi alle routard, anche per via dell’aura che si è creata attorno alla loro nascita: si narra infatti che nel 1973, un tale Philippe Gloauguen, francese dai lunghi capelli, abbia iniziato a far circolare, in forma del tutto militante, quelle che presto hanno preso il nome di “bibbie per autostoppisti”.

Posted in: Pazzo mondo